Dure critiche alla mostra fotografica di Jimmy Nelson in Italia

3 luglio 2015

Il lavoro del famoso fotografo Jimmy Nelson “Before They Pass Away” è stato criticato dai popoli indigeni in tutto il mondo. © Jimmy Nelson/teNeues

Questa pagina è stata creata nel 2015 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Dal libro alla mostra. Il fotografo Jimmy Nelson arriva in Italia con il suo controverso lavoro “Before they pass away” (Prima che scompaiano), duramente contestato da popoli indigeni di tutto il mondo e da Survival International, il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni.

Il lavoro di Nelson – in mostra dal 4 luglio alla galleria Ph Neutro di Pietrasanta – è stato definito da Survival “un’arrogante sciocchezza” perché fornisce un’immagine falsa e dannosa dei popoli indigeni.

Jimmy Nelson ha presentato le proprie immagini come un “archivio etnografico” e, in una recente intervista, ha affermato di aver “fotografato gli indigeni ancora esistenti in una sorta di giardino idilliaco dell’Eden prima della caduta – aggiungi pure un livello tragico della narrazione – prima che essi scompaiano.”

Tuttavia, Survival denuncia che – fin dal suo titolo – l’opera di Nelson suggerisce l’idea che la scomparsa dei popoli indigeni sia un risultato naturale e inevitabile della storia, di cui ci si può forse dispiacere, ma a cui non ci si può opporre. “In realtà – ha spiegato il Direttore generale di Survival Stephen Corry – molte minoranze, e in particolare quelle tribali, non stanno ‘scomparendo’ naturalmente: al contrario, vengono portate alla scomparsa dalla ‘nostra’ società, che li deruba illegalmente delle loro terre e delle loro risorse.”

Nelson afferma inoltre che il suo libro nasce dal desiderio di “cercare antiche civiltà… e di documentare la loro purezza in luoghi dove esistono ancora culture inviolate.” Questa visione si ritrova anche nei materiali di presentazione della mostra italiana, dove il curatore – il celebre documentarista e scrittore Folco Quilici – scrive che “il lavoro di Nelson ha “l’incarico di farci capire quali fantasie, quali gusti visivi e pittorici, quali segreti e quali magie componevano il tesoro umano dei primitivi.”

Ma l’idea di aver trovato culture rimaste “intatte per migliaia di anni”, denuncia Stephen Corry, “è solo una fantasia del fotografo, perché la realtà ha ben poco a che vedere con il modo in cui i popoli ritratti nel libro appaiono oggi, o come erano in passato.”

Le vite e le culture indigene non sono statiche né “immutate”. Definire i popoli indigeni come “primitivi” è scientificamente sbagliato perché essi non sono meno moderni di quanto lo siamo noi; anche loro, proprio come ogni società umana, cambiano e si adattano costantemente a un ambiente in perenne trasformazione. Ma, oltre che sbagliato, è anche estremamente pericoloso: governi e aziende continuano infatti a utilizzare il pretesto della loro presunta “arretratezza” per giustificare le gravi violazioni dei loro diritti umani.

Nixiwaka Yawanawá, Indiano amazzonico, ha protestato contro la mostra fotografica di Jimmy Nelson alla Galleria Atlas di Londra. © Sophie Pinchetti/Survival

Il lavoro di Nelson ha ricevuto forti critiche anche da indigeni di diverse parti del mondo – dalle Americhe alla Nuova Zelanda. “Come indigeno mi sento offeso dal lavoro di Jimmy Nelson. È vergognoso!” ha dichiarato Nixiwaka Yawanawá, Indiano amazzonico in occasione di una protesta organizzata davanti alla Atlas Gallery di Londra; “non stiamo scomparendo, stiamo lottando per sopravvivere”. Mentre un blogger Maori ha scritto che “i Maori non fanno parte di una stirpe morente e non abbiamo bisogno di essere descritti così”.

“Ho visto le foto e non mi sono piaciute” ha commentato Davi Kopenawa, portavoce degli Yanomami del Brasile e noto come il ‘Dalai Lama della Foresta’. “Quest’uomo vuole solo imporre le sue idee nelle fotografie per poi pubblicarle nei libri e mostrarle a tutti, così che le persone pensino che sia un grande fotografo. Proprio come l’antropologo americano Chagnon, manipola a suo piacere i popoli indigeni. Non è vero che i popoli indigeni stanno scomparendo. Saremo qui ancora a lungo, lottando per la nostra terra, vivendo in questo mondo e continuando a far nascere i nostri figli.”

Nota ai redattori:

- Leggi l’articolo integrale di Stephen Corry ‘Un’arrogante sciocchezza’
- Leggi la lettera che Survival ha inviato al curatore della mostra Folco Quilici
- Leggi l’articolo di FotoCult ‘We are not passing away’
- Il sito web di Jimmy Nelson

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