Video: tribù contro il contatto forzato dei popoli isolati

31 maggio 2016

In Brasile vivono più tribù incontattate di qualsiasi altro paese. Sappiamo poco di loro, ma sappiamo che rischiano lo sterminio se il loro diritto a determinare il proprio futuro non sarà rispettato. © BBC/FUNAI/Survival

Questa pagina è stata creata nel 2016 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Alcune tribù del Sud America hanno respinto la proposta degli accademici americani Kim Hill e Robert Walker di contattare forzatamente i popoli incontattati dell’Amazzonia brasiliana, denuciandone le potenziali conseguenze catastrofiche.

In un video, registrato nell’ambito del progetto di Survival Tribal Voice, i Guajajara hanno respinto del tutto l’idea. Diversi membri della tribù – conosciuti come i “Guardiani Guajajara” – hanno già intrapreso azioni per proteggere il vicino popolo incontattato degli Awá, in assenza di un maggiore sostegno del governo.

“Noi siamo qui… Monitoriamo la terra e difendiamo gli Indiani incontattati e i Guajajara che vi vivono” ha detto il leader dei Guardiani, Olimpio Guajajara. “Perché? Perché ci sono alcune persone, alcuni antropologi in altri paesi, che vogliono ancora una volta violare i diritti degli Indiani incontattati del paese.”

“Sappiamo che alcuni antropologi hanno chiesto il ‘contatto controllato’ degli Indiani incontattati… non permetteremo che questo accada perché sarebbe il genocidio di un altro popolo… di un gruppo indigeno che non vuole il contatto” ha aggiunto.

Video: Olimpio Guajajara critica la proposta di “contatto controllato” con le tribù

I Guajajara sono gli ultimi di una lunga lista di popoli indigeni del Sud America ad aver respinto la proposta. Davi Kopenawa Yanomami, noto come il Dalai Lama della foresta, si batte per il diritto delle tribù incontattate a determinare autonomamente il loro futuro da molto tempo, dopo aver assistito al devastante impatto del contatto sul suo stesso popolo – gli Yanomami – nel XX secolo.

I Guajajara hanno denunciato la proposta di Hill e Walker in un video registrato con apparecchiature fornite da Survival nell’ambito del progetto Tribal Voice. © Survival

Secondo la costituzione brasiliana, tutti i popoli indigeni hanno diritto alla loro terra, anche le tribù incontattate. Nel 1987 il FUNAI, il Dipartimento brasiliano agli Affari Indigeni, ha adottato la politica di non contattare le tribù isolate, e di continuare a demarcare i loro territori e garantirne la protezione.

Tutti i popoli incontattati rischiano la catastrofe se la loro terra non sarà protetta.

La politica di non forzare il contatto con le tribù isolate è sostenuta da diverse ONG brasiliane come CIMI, ISA e CTI, e anche da Survival International.

Le tribù incontattate sono i popoli più vulnerabili del pianeta. Intere popolazioni vengono sterminate dalla violenza di esterni che le derubano delle loro terre e delle loro risorse, e da malattie come l’influenza e il morbillo, verso cui non hanno difese immunitarie.

Il mese scorso la campagna internazionale di Survival per i Kawahiva, una tribù incontattata dello stato brasiliano del Mato Grosso, è riuscita ad assicurare la protezione del loro territorio.

“Quand’è che le persone inizieranno ad ascoltare quello che vogliono i popoli indigeni, anziché presumere di sapere cosa è meglio per loro?” ha commentato oggi Stephen Corry, Direttore generale di Survival International. “L’atteggiamento di alcuni accademici come Hill e Walker è pericoloso e neocolonialista. Il cosiddetto ‘contatto controllato’ potrebbe essere devastante per i popoli incontattati e farebbe soltanto il gioco della mafia dei taglialegna e degli allevatori sudamericani, che vogliono rubare la terra agli indigeni senza curarsi dei diritti umani. Sta alle tribù decidere della loro relazione con il mondo esterno, non agli accademici.”

Indiani incontattati del Brasile
Popolo

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