Il WWF partner di una compagnia del legname che distrugge la terra dei ‘Pigmei’

27 maggio 2016

I guardaparco finanziati dal WWF hanno sfrattato i Baka dalle loro foreste e sono stati complici di gravi abusi dei diritti umani. © Survival International

Questa pagina è stata creata nel 2016 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Survival International ha appreso che una compagnia francese del legname, partner ufficiale del WWF (World Wildlife Fund), sta disboscando un’enorme area di foresta nel Camerun sud-orientale senza il consenso dei “Pigmei” Baka locali, che hanno vissuto e gestito quella terra per generazioni.

Rougier viene descritta come una “compagnia forestale e commerciale integrata” e come un grande “gestore di foreste” in un comunicato stampa e un rapporto del WWF. Sta abbattendo alberi in un’area quantificata in circa 600.000 ettari, estensione superiore a quella permessa dalla legge camerunense.

Rougier è stata anche denunciata dall’organizzazione Friends of the Earth per le sue attività in Camerun, tra cui fissazione illecita dei prezzi, disboscamento illegale al di fuori di una concessione, abbattimento di più alberi di quanto non fosse autorizzato ed esportazione illegale di legname raro.

Il WWF ha affermato che non collaborerebbe mai con una compagnia che opera in un territorio indigeno senza il consenso del popolo stesso. Stringendo questa partnership con Rougier, ha violato le sue stesse politiche sui popoli indigeni.

Survival ha scritto di recente all’amministratore delegato di Rougier per chiedergli se ritenesse che la sua azienda avesse ottenuto il consenso dei Baka al disboscamento. La risposta dell’azienda è stata semplicemente: “Le comunità baka sono a conoscenza della nostra esistenza e del nostro lavoro”.

Secondo la legge camerunense, i Baka vengono spesso criminalizzati come “bracconieri” quando cacciano per nutrire le loro famiglie. In una mappa di Rougier, tutti gli accampamenti forestali dei Baka all’interno di una concessione sono etichettati come “accampamenti di bracconieri”.

La Rougier sta disboscando aree forestali nel Camerun orientale per costruire una diga. © Bernard Bangda

Lo scorso febbraio Survival ha presentato un’Istanza all’OCSE contro il WWF per il finanziamento di squadre anti-bracconaggio camerunensi che commettono abusi, e che hanno usato violenza e intimidazione per negare agli indigeni l’accesso alle loro terre.

Secondo un recente rapporto dell’Unione Europea, non esiste una sola compagnia del legname che stia operando in Camerun legalmente. Gli esperti sostengono che nessuna delle attività di taglio del legno viene condotta a livelli sostenibili.

Prove dimostrano che i popoli indigeni sono i migliori conservazionisti e custodi del mondo naturale. Nonostante ciò, il WWF ha preferito collaborare con società internazionali che annientano i migliori alleati dell’ambiente – i popoli indigeni.

In Italia, il WWF ha anche collaborato, e ricevuto una contestata sponsorizzazione, dalla compagnia italiana del legname Vasto Legno, direttamente collegata a SEFAC, un gruppo di compagnie del legname estremamente controverso, operante sempre in Camerun.

“Se dovessero servire ulteriori prove del fatto che il WWF è più interessato ad assicurarsi il denaro delle aziende piuttosto che proteggere realmente l’ambiente, ecco qui” ha dichiarato oggi il Direttore generale di Survival, Stephen Corry. “Il linguaggio assurdo che ha utilizzato per cercare di nascondere questa collaborazione con un’impresa del legname – definendo Rougier ‘un importante produttore di legname tropicale africano certificato’ – non dovrebbe ingannare più nessuno, e la dice lunga sulla natura di questa partnership. È una truffa. E sta danneggiando la conservazione. Survival combatte contro questi abusi, per le tribù, per la natura, per tutta l’umanità. Le organizzazioni per la conservazione dovrebbero collaborare con i popoli indigeni per proteggere l’ambiente, non con le compagnie che lo distruggono per fare soldi facili.”

Nota ai redattori: “Pigmei” è un termine collettivo usato per indicare diversi popoli cacciatori-raccoglitori del bacino del Congo e di altre regioni dell’Africa centrale. Il termine è considerato dispregiativo e quindi evitato da alcuni indigeni, ma allo stesso tempo viene utilizzato da altri come il nome più facile e conveniente per riferirsi a se stessi.

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